«Ripeto
fino alla noia, scusandomi con chi ha già sentito queste
considerazioni, sulla bufala trivelle. Non c'è nessun referendum sulle
trivelle. Non c'è una sola trivella in discussione: solo la scelta se
continuare a estrarre carbone e gas fino all'esaurimento del giacimento
senza sprecare ciò che già stiamo utilizzando oppure fermarsi a metà
alla scadenza della concessione», continua il premier che cita Giorgio
Napolitano: «Ogni scelta è legittima.
Chi vuole che il referendum passi
deve votare sì, chi vuole che il referendum non passi può scegliere tra
votare no o non andare a votare. Come ha magistralmente spiegato Giorgio
Napolitano oggi in una intervista a Repubblica, infatti, se un
referendum prevede il quorum la posizione di chi si astiene è
costituzionalmente legittima al pari delle altre».
«Il referendum - prosegue Renzi nella e-news - voluto dai consigli
regionali, non dai cittadini, non vieta nuovi impianti: rende solo
impossibile continuare a sfruttare quelli che già ci sono, alla
scadenza. La bufala è questa: dicono che si voti sulle rinnovabili, su
un nuovo modello di sviluppo, sull'alternativa alle energie fossili. In
realtà si chiudono impianti che funzionano, facendo perdere undicimila
posti di lavoro e aumentando l'importazione di gas dai paesi arabi o
dalla Russia».
«Sia chiaro: ogni scelta è legittima. Chi vuole che il referendum passi
deve votare sì, chi vuole che il referendum non passi può scegliere tra
votare no o non andare a votare». «Sulle
energie rinnovabili l'Italia va forte, meglio di UK, Francia e Germania.
Ma le rinnovabili da sole non bastano, per il momento. Se chiudiamo le
nostre piattaforme dovremo comprare più gas e petrolio dagli arabi o dai
russi, sprecando le risorse già esistenti. A me sembra più saggio
finire di estrarre ciò che già c'è, senza licenziare i lavoratori del
settore e senza sprecare l'energia che abbiamo», conclude Renzi.
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