sabato 30 aprile 2016

Migranti, naufragio davanti le coste della Libia: si temono 70 dispersi

Un gommone carico di migranti diretti verso l'Italia è semiaffondato in acque libiche, a circa quattro miglia da Sabrata: si temono una settantina di dispersi. Ventisei le persone che sono state invece tratte in salvo da un mercantile italiano dirottato sul punto dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera.


L'allarme dato con un telefono satellitare - Durante la mattina di venerdì è giunta a Roma, alla Guardia Costiera, una telefonata "muta" da un satellitare. Il telefono satellitare chiamante è stato localizzato in mare, a sette miglia da Sabrata, in acque libiche, per cui, temendo pericoli per le persone, sono state subito informate le autorità di Tripoli. Contemporaneamente la Guardia Costiera, da Roma, ha dirottato sul punto un mercantile italiano, il Valle Bianca, diretto in Libia per attività commerciali. Si stima ci possano essere almeno 70 dispersi - L'equipaggio del mercantile ha cominciato le ricerche ed ha individuato il gommone semiaffondato, sospinto verso la costa da vento e mare forza 4 in peggioramento, in acque libiche, a quattro miglia da Sabrata. Rapidamente sono state soccorse e trasferite sul Villa Bianca i 26 naufraghi e sono cominciate le ricerche dei dispersi: una settantina, temono le autorità, dal momento che i gommoni diretti dalla Libia verso l'Italia viaggiano con non meno di cento migranti a bordo.

venerdì 29 aprile 2016

Il Pentagono smentisce Obama: "Soldati Usa combattono Isis"

"I nostri soldati e le forze speciali in Iraq e Siria sono in combattimento, credo si debba dirlo chiaramente". Sono le parole del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Ashton Carter. Il Pentagono contraddice così l'amministrazione Obama, secondo cui le truppe statunitensi non sono direttamente impegnate nei combattimenti contro i miliziani dell'Isis.

Carter è stato messo sotto pressione dei membri della commissione Servizi armati del Senato, di fronte ai quali ha testimoniato in merito alla coalizione guidata dagli Usa nella lotta contro l'Isis e sulla caratterizzazione della attività come non da combattimento.
Dan Sullivan, senatore repubblicano dell'Alaska, è stato durissimo: "Quando alla Casa Bianca parlano dei nostri soldati nel Medio Oriente, lo fanno andando per le lunghe e dicendo che non coinvolgeranno truppe da combattimento americane per lottare sul campo straniero". Secondo lui però sia l'amministrazione Obama sia i funzionari della Difesa fanno retoricamente "le capriole nell'insistere che i nostri soldati non stanno combattendo quando tutto il Paese sa che in realtà lo stanno facendo".

A quel punto Carter ha risposto spiegando che i 3.500-5.000 soldati e forze speciali in Iraq e Siria come parte della "Operation Inherent Resolve" sono "in combattimento e credo che dobbiamo dirlo chiaramente". Il numero uno del Pentagono ha cercato comunque di limitare la portata delle sue dichiarazioni aggiungendo che anche se i soldati Usa sono coinvolti nei combattimenti, l'onere di sconfiggere l'Isis sta alle forze locali e non a quelle americane.

"L'intento non è sostituire le forze locali ma cercare di renderle potenti a sufficienza affinché possano cacciare l'Isis con il nostro sostegno - ha aggiunto Carter -. E quando noi offriamo sostegno, mettiamo la nostra gente nelle loro mani".

Obama ha fatto di tutto per mettere fine alle guerre in cui l'America era coinvolta. Nel 2011 ha portato a casa i soldati Usa in Iraq e nel 2014 ha ufficialmente messo fine alle operazioni di combattimento in Afghanistan. Da allora la Casa Bianca ha tentato di descrivere il suo nuovo coinvolgimento in Iraq e in Siria come una missione in cui la gran parte delle operazioni statunistensi sta nel "fare training, fornire consulenza e assistere".

Eppure non sono mancate vittime americane. Lo ha confermato il generale e Chiefs of Staff Joseph Dunford, anche lui chiamato a testimoniare proprio mentre gli Usa hanno ha deciso di inviare altre 250 uomini delle forze speciali in Siria per coordinare gli sforzi volti a riconquistare Raqqa, quella che l'Isis considera la sua capitale.

Centrodestra, lʼappello di Berlusconi: "Divisi consegniamo il Paese alla sinistra"

"Se restiamo divisi non possiamo contrastare la sinistra e non possiamo ottenere quella maggioranza che consente di vincere le politiche". Lo ha detto Silvio Berlusconi all'indomani della decisione di sostenere Alfio Marchini come candidato alla carica di sindaco di Roma. "Non mi aspettavo tanta durezza da Giorgia Meloni e Matteo Salvini - ha aggiunto il leader di Forza Italia -. Il centrodestra l'ho inventato io e non ho dubbi si possa ricostruire".

"Marchini - ha sottolineato Berlusconi - ha le nostre spesse posizioni, moderate, liberali e occidentali". "Ma ricordo - ha aggiunto - che tutti i protagonisti di questa realtà hanno chiaro che senza un centrodestra unito non si può prevalere, quindi non ho timori che in futuro Fi possa unirsi a Fdi e Lega".
"Nuovo patto Nazareno? Nulla di più lontano" - "Un nuovo patto del Nazareno? Nulla di più lontano dal vero, noi dobbiamo porre fine al governo di Renzi, un governo illegittimo e abusivo che è contro il voto del popolo. Noi dobbiamo mettere fine all'emergenza democratica quindi una decisione su Roma non cambia questo atteggiamento".
"Se vincesse Meloni? Sarebbe utile" - "Se Giorgia Meloni vincesse le amministrative a Roma e diventasse il nuovo sindaco, saprei trovare anche in questo caso il lato positivo. Ci sarebbe una maggioranza diversa dal passato, utile per costituire un centrodestra vincente", ha poi spiegato.
"Da sondaggi esito referendum contro Renzi" - "Renzi deve fare i conti con un referendum che non vedo come possa essere approvato quando gli italiani vedranno quanto è pericoloso per la nostra democrazia. Ci sarà una campagna per il no a cui partecipano le destre, i moderati e anche i grillini. Da alcuni sondaggi riservati il referendum avrà esito negativo per Renzi", ha sottolineato Berlusconi parlando del referendum sulle riforme.
Meloni: "Berlusconi rafforza un governo infame" - Davanti a questa mossa, Giorgia Meloni e Matteo Salvini voltano le spalle a Berlusconi. La leader di Fratelli d'Italia dice che l'operazione Marchini "rafforza un governo infame" e aggiunge: "L'obiettivo della scelta di Berlusconi è quello di impedire alla Meloni di arrivare al ballottaggio e questo si fa per una sola ragione: far vincere il candidato di Renzi che oggi sta in difficoltà, perché i sondaggi dicono che il ballottaggio oggi sarebbe tra due donne".
"Se Renzi mi dovesse chiedere una cosa - ha continuato - mi chiederebbe esattamente quello che ha fatto Berlusconi. La scelta di Berlusconi è stata fatta per rieditare il patto del Nazareno. Questi sono i fatti, è matematica, lo dicono i numeri. L'obiettivo non è quello di vincere perché nessun sondaggio dice che Marchini può arrivare al ballottaggio".

Salvini: "Alle politiche senza di lui" - Duro anche il numero uno della Lega Nord, che a Repubblica dice: "Dopo quello che è successo a Roma, cambia tutto. Nulla è più scontato alle politiche. Non mi stupisco più di nulla ma il fatto che il più entusiasta di questo cambio sia Gianfranco Fini la dice lunga su come Berlusconi abbia perso la bussola". Quanto alle alleanze nelle altre città, "per me non cambia nulla. A Roma un candidato lo abbiamo. Giorgia Meloni. Voglio vedere alla fine quanti voti riuscirà a prendere Forza Italia anche nel resto d'Italia".
Marchini: "Da Berlusconi una scelta generosa" - Ringrazia invece Alfio Marchini a proposito della scelta di Berlusconi di sostenerlo. "Da parte sua - dice - c'è stata una decisione generosa e coraggiosa. Non è un riconoscimento a me, ma a un movimento civico che è stato capace di mandare a casa i partiti".

Scatta un selfie sorridente con i cadaveri sullo sfondo, la foto indigna la rete

Le immagini dalle zone di guerra sono cruente e spesso urtano la sensibilità di chi le vede. Ridicolizzare e ridere su quei cadaveri, di quelle terribili morti è ancora più indelicato. Kinana Allouche, reporter per conto della tv filo governativa siriana Addounia, ha deciso di scattarsi un selfie con lo sfondo pieno di cadaveri, mentre lei, sorridente, ammicca alla camera del suo smartphone.


 I corpi di miliziani ribelli martoriati dalla ferocia del conflitto sullo sfondo e il sorriso in primo piano. Come se non bastasse la foto è stata postata sulla sua pagina di Facebook e  ha ottenuto 2 mila like.  Secondo quanto riporta il Mirror il profilo della giornalista sarebbe, in realtà, pieno di foto simili selfie con cadaveri, foto con bambini torturati, persone a cui è stata tolta la dignità prima con le orrendi morti poi con questi selfie.

Francia, protesta contro la riforma del lavoro: 28 agenti feriti, 3 sono gravi

Un bollettino da guerra civile. Al termine della quarta giornata di mobilitazione contro la riforma del codice del Lavoro in Francia, la polizia ha dovuto procedere a 124 fermi tra casseurs e facinorosi che si sono introdotti nei cortei pacifici per seminare violenze e disordini. 

 Ventotto sono invece gli agenti feriti di cui tre in condizioni gravi: è quanto ha riferito il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve.

Fabrizio Corona confessa

Fabrizio Corona ha deciso di metersi completamente a nudo e raccontare gli aspetti più segreti, e difficili, della sua vita.  «Ragazzi non drogatevi, io mi sono rovinato la vita. Se uno la prova all'inizio deve avere la forza di fermarsi per uscirne. È normale quando hai quei ritmi di vita come i miei prima dell'arresto. Ammetterlo è stato difficilissimo. 

Ma poi capisci che se tiri fuori le tue debolezze, questo ti aiuta a riscattarti. Ho avuto la fortuna di avere un assistente sociale che mi ha fatto diventare una persona migliore».  Fabrizio Corona, uscito dal carcere, torna in televisione dopo anni di assenza e si confessa nella prima puntata del terzo ciclo del 'Maurizio Costanzo Show', in onda da maggio su Rete 4 con il ritorno del mini-format 'Uno contro tuttì, a lungo terreno di scontri al vetriolo diventati dei piccoli cult.  E sottolinea: «Non sono invidiabile, non ho libertà». Rispondendo alle domande di 13 ospiti (tra cui Vittorio Feltri, Gianluca Nuzzi, Enrica Bonaccorti, Paolo Graldi, Antonella Borallevi Giuseppe Guastalla, Carmelo Abbate, Alessandro Cecchi Paone) l'ex re dei paparazzi, dal volto tumefatto, elegantissimo, camicia bianca, completo blu cravatta in tono, ha parlato del suo «percorso di riabilitazione e di cura terapeutica» che l'ha reso una persona diversa alla ricerca di un modo per ricostruirsi. Dopo 1231 giorni di silenzio e 3 anni e 3 mesi di carcere Corona fa notare «ho imparato a difendermi da me stesso e a credere nelle istituzioni». «Ho un residuo di pena di 5 anni, sono in affidamento e questo è avvenuto senza regalarmi niente, perché lo prevede la legge».

giovedì 28 aprile 2016

I gemelli siamesi che non vogliono essere divisi: "Stiamo bene così"

Pin e Pan sono due gemelli siamesi di sette anni che vivono a Nakhon Sawan, 250 km a nord di Bangkok, in Thailandia. Sono uniti all'altezza della vita e condividono due gambe, e anche se i medici hanno dato l'ok per separarli, i due fratellini, un maschio e una femmina, non ne vogliono proprio sapere.


I piccoli vivono insieme ai nonni e col tempo hanno imparato a condurre una vita quasi del tutto normale. Uno controlla la gamba destra, l'altra quella sinistra. Sanno aiutarsi a vicenda e in questo modo riescono anche a spostarsi e a vestirsi da soli. Nei loro sette anni di vita, Pin e Pan, come riporta il Sun, hanno imparato a camminare e a percorrere anche alcune rampe di scale, mentre per spostarsi utilizzano un triciclo. Nella scuola per disabili che frequentano, invece, sono i loro insegnanti a consentire loro gli spostamenti su una sedia a rotelle.  L'operazione per dividere i due gemelli è possibile e non comporta rischi per la loro salute, ma né i piccoli, né i loro nonni, hanno intenzione di affrontarla. «Quando sono nati per me è stato uno choc, piansi moltissimo. Col tempo però ho imparato che è meglio che stiano insieme, sono bravissimi. Loro non vogliono essere divisi, e nemmeno noi», ha spiegato la nonna dei piccoli. Anche i loro insegnanti sono dello stesso parere: «I loro nonni sognano che possano diventare dei medici, noi speriamo possano proseguire gli studi perché sono bambini intelligenti e dal grande potenziale».

Tasse, il maxi sconto del governo alle imprese: 3,5 miliardi in meno, ecco cosa riguardano

Maxi sconto per le imprese, nel 2016, verseranno 3,5 miliardi di euro di tasse in meno. Ad assicurarlo è l'Istat che nel rapporto Gli effetti dei provvedimenti fiscali sulle imprese prevede una riduzione dell'11% delle imposte societarie, tra Ires e Irap, grazie alle agevolazioni introdotte dalle ultime tre leggi di stabilità.  Si tratta dei provvedimenti sul taglio del costo del lavoro dall'Irap, sul maxi-ammortamento per i nuovi investimenti in beni strumentali e sul potenziamento dell'Ace, l'Aiuto alla crescita economica. Nel 2016 quindi si registrerà in tutto una riduzione delle imposte per circa il 40% delle imprese. 

Su cui la tassazione comunque, nonostante gli sgravi previsti, graverà per un terzo dei profitti: l'aliquota effettiva mediana si attesterà infatti al 31% nel 2016, registrando un lieve calo rispetto all'anno precedente che arrivava al 31,3%. Al contrario le aliquote effettive ai fini Ires aumenteranno dal 25,5% del 2014 al 26,6%.  Chi ne gioverà maggiormente? Il risparmio più forte riguarderà soprattutto le aziende più grandi, con un maggior numero di dipendenti. «Il taglio del costo del lavoro dell'Irap spiega il rapporto avvantaggia le imprese al crescere del numero degli occupati»: le riduzioni di imposta più elevate riguarderanno quindi le imprese tra 20 e 500 dipendenti. E proprio il mondo del lavoro si prepara a celebrare il 1 maggio. Ilrremier Renzi ha annunciato un Cipe straordinario, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, che stanzierà 2,5 miliardi di euro per la ricerca e un miliardo di euro per la cultura. «Il lavoro che verrà in Italia ha assicurato il presidente del consiglio - sarà creato anche e soprattutto dalla scommessa sul capitale umano: ricerca e cultura smettono di essere i settori da tagliare e diventano quelli su cui investire».  Ma un punto di svolta sarà anche il nuovo profilo che si sta disegnando per i ricercatori italiani: «Sino ad ora - ha detto il ministro dell'Istruzione Giannini - sono stati trattati come normali dipendenti pubblici, ma questo non funziona. Renderemo la figura del ricercatore libera di giocare con le stesse regole che hanno i ricercatori di altri paesi».

Capretto nasce con la faccia umana: il mistero della strana creatura

La capra nasce con la faccia a forma di bambino, poi viene svelato il mistero. L'animale è stato trovato da un contadino della Malesia che ha dichiarato di essere rimasto scioccato alla visione dell'animale.

Secondo il Mirror, la bestia, sopravvissuta solo pochi giorno dopo il parto, si trova ora al Dipartimento Servizi veterinari del Paese per essere studiata. Il contadino Ibrahim Basir ha deciso di consegnarlo alla scienza per capire di cosa si trattasse realmente.  Il viso e altre parti del corpo del capretto erano molto simili a quelle di un neonato, mentre il manto e il colore ricordavano una capra. Il cucciolo è nato senza cordone ombelicale e sembra, secondo la testimonianza del contadino, che sarebbe morto perchè rifiutato dalla madre che lo calpestava e si rifiutava di allattarlo.

giovedì 21 aprile 2016

Migranti, choc a Roma: violenze sessuali sulle rifugiate nelle case occupate

Le urla esaurite, le lacrime svuotate, consumate. Quando arrivano a bussare al poliambulatorio di via Luzzatti, a due passi da Santa Croce in Gerusalemme, e si mettono in fila pazienti, aspettando il loro turno, le donne fantasma hanno già visto in faccia l'inferno, ci hanno abitato più e più volte, lo hanno dovuto esplorare persino qui, a Roma, cuore dell'Europa, meta agognata di un viaggio terrificante. 

E' come se per loro non esistesse un limite al male, alle botte, agli abusi. E' il dramma nel dramma che accomuna la sorte delle donne fantasma. Per parecchie immigrate arrivate dall'Africa dopo viaggi estenuanti, pericolosissimi, pieni di insidie, su dei gommoni carichi all'inverosimile di disgraziati disposti ad essere inghiottiti dal Mediterraneo pur di arrivare, la vita ai margini della città si trasforma in un altro incubo. Stupri che si consumano ancora una volta nel silenzio generale. Nei ghetti. Sembra che nessuno possa, voglia fare nulla, per le donne fantasma. E' l'ultimo volto della tragedia dell'immigrazione femminile.  

 IL LAVORO DEI VOLONTARI
L’ultima narrazione tragica raccolta dai medici volontari - ginecologi e psicologi - del Centro Astalli operanti al SaMiFo (Salute Migranti Forzati), una struttura preziosissima che aiuta a monitorare il fenomeno dei clandestini e dei richiedenti asilo. Nel corposo rapporto annuale è stata verbalizzata per la prima volta una realtà agghiacciante. «Le donne sono sempre più spesso vittime di abusi nei Paesi di origine, nei viaggi e, purtroppo, anche a Roma, in particolare se risiedono in stabili occupati. Quasi tutte quelle seguite dalla ginecologia, in aumento rispetto al 2014, sono state vittime di violenza di genere o tortura».

Juncker scrive a Renzi: accolgo con favore lʼiniziativa sui migranti

Jean-Claude Juncker ha scritto a Matteo Renzi dicendo di accogliere "con grande favore" la proposta italiana del "Migration compact". 

Nella lettera recapitata al premier mercoledì sera, il presidente della Commissione Ue ha affermato che l'iniziativa di Roma "conferma l'esigenza di un approccio europeo al tema delle migrazioni, come da sempre ho sostenuto dall'inizio del mio mandato". "Sono felice di vedere che condividiamo la stessa agenda", ha ribadito.

lunedì 18 aprile 2016

Scompare per 7 giorni, lo ritrovano e muore quando torna a casa

Avevano appena tirato un sospiro di sollievo i familiari di Pietro Bono, 85 anni, che si è spento nella notte. L'agonia era iniziata l'11 aprile, quando l'anziano era scomparso ed i familiari, preoccupati, avevano allertato le forze dell'ordine per ritrovarlo. 

 I Vigili del Fuoco si sono fatti in quattro per rintracciare in ogni dove l'85enne, residente a Sonnino in provincia di Latina. L'intero territorio circostante è stato passato al setaccio su ogni fronte: sono stati effettuati sopralluoghi nei boschi confinanti, controlli dall'altro tramite elicottero e, infine, sono stati ispezionati dai sommozzatori anche i corsi d'acqua. Tutto sembrava presagire il peggio ma poi, nella giornata di ieri, quello che sembrava essere il lieto fine. Un passante ha riconosciuto il signore in un oliveto a pochi chilometri dalla scomparsa e lo ha fotografato portando poi l'immagine alle forze dell'ordine. Subito i Vigili del Fuoco si sono portati sul posto ed hanno effettivamente trovato Pietro Bono tra gli ulivi, in ipotermia a causa delle basse temperature delle ore serali. Le sue condizioni di salute, però, sono apparse complessivamente buone tanto che è stato curato e riportato dai familiari. L'interrogatorio per capire come fosse finito nell'oliveto è stato spostato al giorno successivo, per permettere all'anziano di riposare e trascorrere del tempo con i propri cari. Purtroppo, però, quando si è messo a letto non ha più riaperto gli occhi: è morto nel sonno.

Milena, la guardaparco colpita da un fulmine sulle Alpi: dopo 15 anni ha vinto la sua battaglia

La sua è una storia drammatica, ma anche di speranza. La protagonista della vicenda si chiama Milena Béthaz, una guardaparco del Gran Paradiso colpita da un fulmine 15 anni fa: era il 17 agosto del 200 quando la sua vita cambiò una volta per tutte. Il fulmine la trapassò completamente, entrando nell'orecchio destro e uscendo dalla caviglia, facendole anche esplodere lo scarpone.

 Dovette cambiare le sue abitudini e rassegnarsi a vivere una vita più calma, proprio lei che era stata incoronata campionessa del mondo di corsa in montagna, proprio in quell'anno maledetto, il 2000. Stava facendo un giro di perlustrazione nel Parco a 3.000 metri di altezza, insieme al collega Luigi Fachin, quando improvvisamente scoppiò un temporale accompagnato da una scarica di fulmini violentissimi: uno di questi colpì e uccise sul colpo Fachin, l'altro trapassò Milena e la sbalzò a decine di metri di distanza. "Non ricordo nulla - ha ammesso Milena -. Quella saetta ha bruciato la mia memoria anche del giorno prima. Mi è rimasto in mente il volto di Luigi che già avevo conosciuto prima".  Da qui l'inizio del suo calvario: operazione al cervello e paresi. Interventi chirurgici e una lunga, estenuante riabilitazione. Ma lei, piena di tenacia, è riuscita a reagire e ha fatto passi da gigante, tanto che è riuscita a tornare alla sua quasi normalità e al suo lavoro, che tanto aveva sognato e desiderato: essere un guardaparco. L'11 luglio è riuscita a riabbracciare la Madonna sulla vetta del Gran Paradiso, a 4061 metri. 

Adriano, barbone dopo 32 anni di lavoro e tasse pagate

Adriano Montellato ha versato i contributi per una vita: ora la sua casa è la strada. Aveva una casa e un impiego che gli faceva girare il mondo. Lavorava come operaio a contratto per la Permasteelisa, multinazionale delle costruzioni. Per 32 anni ha pagato tasse e contributi per la pensione. 

Poi, alla fine del 2012, una grave malattia ha squassato tutto. Da quel momento il mondo di Adriano Montellato, 50enne trevigiano originario della parrocchia del Duomo, è finito sottosopra. Si è ritrovato a piedi, senza più riuscire a lavorare. E ha perso ogni cosa, finendo a vivere per strada. Senza famiglia, per un paio d'anni ha dormito sulla prima panchina del binario 1 della stazione dei treni. Ora è ospitato a palazzo Moretti. La piccola pensione di invalidità non gli consente di uscire dal vortice che l'ha inghiottito. Poco conta che abbia pagato i contributi pensionistici per 32 anni, lavorando per vent'anni nei grandi cantieri degli Stati Uniti e poi in Spagna, Germania, Hong Kong e Thailandia, dove si trovava quando è emersa la malattia. Questa è la beffa più grande: fino a oggi non ha visto un solo euro perché ancora troppo giovane. «Mi hanno detto che forse tra un po’ mi danno qualcosa mi auguro che la situazione possa sbloccarsi presto».

Il cuore di Elisa smette di battere per 150 minuti: «Viva per miracolo»

Ben 150 minuti in arresto cardiocircolatorio, nel corso dei quali si è tentato il tutto per tutto, dal massaggio cardiaco al trasporto da Pordenone a Udine, dove la paziente è stata sottoposta alla circolazione extracorporea che le ha salvato la vita, senza lasciarle alcun danno neurologico. A raccontare questa storia è la protagonista, Elisa Gaiarin, trentaduenne di Pasiano di Pordenone.   

«Mi trovavo al Santa Maria degli Angeli, nel reparto di Cardiologia, per un accertamento diagnostico - ricorda Elisa - e sono stata colpita da un arresto cardiocircolatorio, ma di quel momento e dei giorni successivi non ricordo più nulla». A raccontare quei tragici minuti è Flavio Bassi, direttore del reparto di Rianimazione e Terapia Intensiva dell'ospedale pordenonese: «Siamo intervenuti subito, ma tutti i trattamenti di rianimazione cardiopolmonare non davano il risultato sperato. Il cuore non riprendeva a battere. Nonostante l'assenza di qualsiasi protocollo o linea guida, ho deciso di tentare il trasferimento nel reparto di Cardiochirurgia di Udine. Era già passata un'ora dall'inizio dell'arresto cardiaco e davanti a noi si presentava l'incognita della strada statale: un'ambulanza doveva percorrere quei 50 chilometri nel più breve tempo possibile, in pieno giorno, facendo i conti con il traffico e gli imprevisti. Ce l'ha fatta: 38 minuti dopo la paziente veniva accolta dagli specialisti udinesi».

Referendum, 60enne denuncia Renzi e Napolitano per "invito all'astensione". Carabinieri stupiti

“Renzi e Napolitano, abusando della loro funzione, hanno esortato pubblicamente il popolo italiano all’astensione al referendum del 17 aprile”. E un 60enne di Racale denuncia ai carabinieri il presidente del Consiglio dei Ministri e l’ex presidente della Repubblica e attuale senatore a vita. Protagonista della singolare vicenda post-referendum sulle trivelle è Francesco Santantonio da Torre Suda, marina di Racale.

Questa mattina alle 8.30 l’uomo si è presentato nella stazione dei carabinieri del suo comune chiedendo di voler sporgere formale denuncia nei confronti di Renzi e Napolitano “per violazione dell’articolo 98 del Testo Unico del 1957”. All’iniziale stupore dei militari che hanno raccolto questa istanza, è seguita la formalizzazione della querela. Secondo il denunciante, dunque, il premier e l’ex presidente della Repubblica, abusando della loro funzione, avrebbero esorato i cittadini all’astensione. “Il referendum popolare è uno strumento dell’ormai decaduta democrazia e rappresenta un diritto-dovere dell’elettore– ha fatto mettere a verbale dai militari – Nessuna ragione poteva indurre i querelanti ad assumere questo atteggiamento”. Secondo il salentino, ancora, i massimi rappresentanti dello Stato dovrebbero essere ligi ai dettati legislativi e costituzionali. “Chiedo una severa punizione dei colpevoli” – ha concluso nella denuncia.

giovedì 14 aprile 2016

Referendum Trivelle, Renzi: legittimo non votare. Una bufala che si voti sulle rinnovabili

«Ripeto fino alla noia, scusandomi con chi ha già sentito queste considerazioni, sulla bufala trivelle. Non c'è nessun referendum sulle trivelle. Non c'è una sola trivella in discussione: solo la scelta se continuare a estrarre carbone e gas fino all'esaurimento del giacimento senza sprecare ciò che già stiamo utilizzando oppure fermarsi a metà alla scadenza della concessione», continua il premier che cita Giorgio Napolitano: «Ogni scelta è legittima.



Chi vuole che il referendum passi deve votare sì, chi vuole che il referendum non passi può scegliere tra votare no o non andare a votare. Come ha magistralmente spiegato Giorgio Napolitano oggi in una intervista a Repubblica, infatti, se un referendum prevede il quorum la posizione di chi si astiene è costituzionalmente legittima al pari delle altre».  «Il referendum - prosegue Renzi nella e-news - voluto dai consigli regionali, non dai cittadini, non vieta nuovi impianti: rende solo impossibile continuare a sfruttare quelli che già ci sono, alla scadenza. La bufala è questa: dicono che si voti sulle rinnovabili, su un nuovo modello di sviluppo, sull'alternativa alle energie fossili. In realtà si chiudono impianti che funzionano, facendo perdere undicimila posti di lavoro e aumentando l'importazione di gas dai paesi arabi o dalla Russia».  «Sia chiaro: ogni scelta è legittima. Chi vuole che il referendum passi deve votare sì, chi vuole che il referendum non passi può scegliere tra votare no o non andare a votare». «Sulle energie rinnovabili l'Italia va forte, meglio di UK, Francia e Germania. Ma le rinnovabili da sole non bastano, per il momento. Se chiudiamo le nostre piattaforme dovremo comprare più gas e petrolio dagli arabi o dai russi, sprecando le risorse già esistenti. A me sembra più saggio finire di estrarre ciò che già c'è, senza licenziare i lavoratori del settore e senza sprecare l'energia che abbiamo», conclude Renzi.

giovedì 7 aprile 2016

Morto a soli due anni e mezzo, sarà riesumata la salma di Nicolò

Sarà riesumata domani mattina, venerdì 8 aprile, la salma del piccolo angelo di Forgaria nel Friuli, Nicolò, morto a soli 2 anni e mezzo di età, pochi giorni fa, il 28 marzo, a seguito di una grave malattia che era stata scoperta subito dopo la nascita, nell'ottobre 2013. 

A chiederlo i genitori, che ha presentato un esposto. «Ancora una volta un momento difficile per questa coraggiosa famiglia che è stata un esempio per tutta la nostra comunità – dice il sindaco, Pierluigi Molinaro -; Nicolò è stato seguito con grandissimo amore e con ogni attenzione dalla madre e dal padre che non avevano mai perso la speranza e vedevano in ogni suo lieve miglioramento una raggio di luce, un possibile futuro per lui. Quel bimbo ha cambiato le loro vite, completamente dedicate al figlio, e anche un po’ le nostre. Perché Nicolò era stato in un certo senso “adottato” da tutta la comunità di Forgaria. Era, insomma, un po’ come nostro figlio. Domani è prevista l’esumazione dal cimitero del capoluogo dove è stato sepolto a riposare in terra solo pochi giorni fa. Siamo vicini alla famiglia, anche ora, e ci stringiamo a loro, senza voler in alcun modo entrare nel merito delle motivazioni che hanno portato a quest’atto».  Sulla salma dell’angioletto sarà eseguito un esame disposto dalla Procura di Udine che domani affiderà l’incarico al medico legale Antonello Cirnelli.

Valentina muore nell'incidente, è giallo: sul corpo nessuna ferita grave

L’incidente che è costato la vita a Valentina Moschino di 44 anni si è tinto di giallo. E i dubbi sono tre. Gli inquirenti non sembrano così certi che si tratti di una semplice uscita autonoma di strada. Sul corpo della barista padovana a seguito di un esame esterno del medico legale, sono state riscontrate diverse ferite da impatto ma nessuna tanto grave da averle provocato il decesso. Il sostituto procuratore titolare delle indagini Daniela Randolo, nella giornata di martedì, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti.

 Sul corpo della 44enne, residente a Padova in via Vergerio ma domiciliata in via Vicinale a Monteortone con il suo compagno Andrea Loro, è stata disposta l’autopsia. Chi indaga vuole capire cosa ha portato alla morte Valentina, da tutti descritta come una persona molto prudente alla guida. Il pubblico ministero ha anche nominato un perito tecnico per passare al setaccio la macchina su cui viaggiava la barista.
 Un Land Cruiser Toyota di fine anni ’70 di proprietà del compagno di Valentina. Un fuoristrada d’epoca, risultato assicurato, ma che forse non era in regola con le vigenti norme di sicurezza.

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