Il Parlamento ci riprova. A meno di dieci anni anni dall’ultima
riforma dei documenti di bilancio, arriva un nuovo ddl che punta a dare
più controllo al Parlamento sui conti pubblici e ad archiviare la
stagione delle clausole di salvaguardia, ribadendo inoltre divieto di
introdurre norme localistiche e settoriali. Più spazio di manovra poi a
deputati e senatori, con la possibilità di accedere alle banche dati
delle amministrazioni pubbliche. Spunta anche l’indice di benessere,
sulla scia di quanto negli ultimi tempi evidenziato sia da istituzioni
internazionali sia dall’Istat.
L’obiettivo è incassare il via libera del Parlamento entro l’estate, in modo da essere pronti la prossima manovra. Il nuovo testo, a prima firma del presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia e sottoscritto dai capigruppo di tutti i partiti in commissione con l’eccezione di M5S e Lega, integra in un unico provvedimento il ddl stabilità e quello di bilancio: avrà una prima parta normativa ed una seconda con prospetti per ciascun ministero, dove sulla stessa pagina saranno allineati missioni, programmi e azioni. Una riforma che nelle intenzione dovrebbe veder correre parallelamente a quella dei regolamenti parlamentari, puntando a ridimensionare moltissimo (fino ad arrivare ad uno o due emendamenti per deputato) la possibilità di presentare proposte di modifica al testo del governo. Ecco le novità principali: – STOP ALLE CLAUSOLE SALVAGUARDIA. Utilizzate sempre più di frequente, vengono «superate». Il Tesoro è tenuto a fare un monitoraggio sulla base dei dati inviati da ciascun ministero e in caso di sforamento può bloccare le norme oppure procedere a tagli di budget del ministero coinvolto. – NUOVA STRETTA SU MICRONORME. Il Parlamento ci riprova e fissa così paletti per evitare il consueto assalto alla diligenza durante l’esame della manovra. Viene così confermata «l’esclusione» delle «norme di delega e di quelle a carattere ordinamentale, nonché degli interventi di natura localistica o microsettoriale. Un obiettivo che si punta a rafforzare ulteriormente nel corso dell’iter parlamentare del ddl, con i provvedimenti cosiddetti collegati.
SPAZIO ANCHE ALL’INDICE DI BENESSERE. Prevista in allegato al Def una relazione con l’andamento nell’ultimo triennio degli indicatori di benessere equo e sostenibile adottati a livello internazionale.
5 e 8XMILLE, MAI PIÙ COME COPERTURE. Ribadito il divieto di usare come fonte di copertura le risorse che arrivano dall’8xmille o dal 5xmille. – BANCHE DATI, ACCESSO DIRETTO A PARLAMENTO. Deputati e senatori avranno accesso alle banche dati della P.a. e ad ogni altra fonte informativa pubblica. – SESSIONE BILANCIO, DEF E NOTA CAMBIA IL TIMING. Il governo dovrà varare il ddl bilancio entro il 12 ottobre ma avrà una finestra di 12 giorni per presentarlo alle Camere. La Nota di aggiornamento dovrà essere presentata entro il 30 settembre e non più entro il 20, così da essere aggiornata con i dati Istat. – TIMING MA ANCHE CONTENUTI, PIÙ POTERE A PARLAMENTO. Il documento programmatico di bilancio, oltre che a Bruxelles, dovrà essere presentato alle Camere. Obiettivo: valorizzare il Parlamento consentendogli di acquisire informazioni più precise. Previsto anche che il nuovo ddl sia corredato da una relazione tecnica che oltre agli oneri contenga anche i criteri chiave usati per le previsioni. La relazione ha anche un prospetto degli effetti finanziari di ogni norma e viene aggiornata nel corso dell’iter del Parlamento.
L’obiettivo è incassare il via libera del Parlamento entro l’estate, in modo da essere pronti la prossima manovra. Il nuovo testo, a prima firma del presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia e sottoscritto dai capigruppo di tutti i partiti in commissione con l’eccezione di M5S e Lega, integra in un unico provvedimento il ddl stabilità e quello di bilancio: avrà una prima parta normativa ed una seconda con prospetti per ciascun ministero, dove sulla stessa pagina saranno allineati missioni, programmi e azioni. Una riforma che nelle intenzione dovrebbe veder correre parallelamente a quella dei regolamenti parlamentari, puntando a ridimensionare moltissimo (fino ad arrivare ad uno o due emendamenti per deputato) la possibilità di presentare proposte di modifica al testo del governo. Ecco le novità principali: – STOP ALLE CLAUSOLE SALVAGUARDIA. Utilizzate sempre più di frequente, vengono «superate». Il Tesoro è tenuto a fare un monitoraggio sulla base dei dati inviati da ciascun ministero e in caso di sforamento può bloccare le norme oppure procedere a tagli di budget del ministero coinvolto. – NUOVA STRETTA SU MICRONORME. Il Parlamento ci riprova e fissa così paletti per evitare il consueto assalto alla diligenza durante l’esame della manovra. Viene così confermata «l’esclusione» delle «norme di delega e di quelle a carattere ordinamentale, nonché degli interventi di natura localistica o microsettoriale. Un obiettivo che si punta a rafforzare ulteriormente nel corso dell’iter parlamentare del ddl, con i provvedimenti cosiddetti collegati.
SPAZIO ANCHE ALL’INDICE DI BENESSERE. Prevista in allegato al Def una relazione con l’andamento nell’ultimo triennio degli indicatori di benessere equo e sostenibile adottati a livello internazionale.
5 e 8XMILLE, MAI PIÙ COME COPERTURE. Ribadito il divieto di usare come fonte di copertura le risorse che arrivano dall’8xmille o dal 5xmille. – BANCHE DATI, ACCESSO DIRETTO A PARLAMENTO. Deputati e senatori avranno accesso alle banche dati della P.a. e ad ogni altra fonte informativa pubblica. – SESSIONE BILANCIO, DEF E NOTA CAMBIA IL TIMING. Il governo dovrà varare il ddl bilancio entro il 12 ottobre ma avrà una finestra di 12 giorni per presentarlo alle Camere. La Nota di aggiornamento dovrà essere presentata entro il 30 settembre e non più entro il 20, così da essere aggiornata con i dati Istat. – TIMING MA ANCHE CONTENUTI, PIÙ POTERE A PARLAMENTO. Il documento programmatico di bilancio, oltre che a Bruxelles, dovrà essere presentato alle Camere. Obiettivo: valorizzare il Parlamento consentendogli di acquisire informazioni più precise. Previsto anche che il nuovo ddl sia corredato da una relazione tecnica che oltre agli oneri contenga anche i criteri chiave usati per le previsioni. La relazione ha anche un prospetto degli effetti finanziari di ogni norma e viene aggiornata nel corso dell’iter del Parlamento.
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