Uno die comandanti della polizia di Bruxelles si è presentato ubriaco ad una riunione d'emergenza convocata subito dopo gli attentati terroristici del 22 marzo. La
notizia è stata riportata da diversi media in Belgio, secondo
quali l'ufficiale di polizia si sarebbe presentato in ritardo al
vertice al quale erano stati convocati i vari responsabili della
sicurezza, non riuscendo a rispondere alle domande che gli furono poste
riguardo agli eventuali punti deboli nell'apparato posto sotto la sua
responsabilità.
L'ufficiale venne quindi sottoposto ad un alcol test che rivelò un
livello di 0,8 grammi/litro di alcol nel sanguerispetto al limite di 0,5
g/l. L'ufficiale, che ora rischia sanzioni disciplinari, fu invitato
a riconsegnare la sua arma di servizio, fu poi accompagnato a casa.
Si chiama Andrea Bianchetti l'italiano che era bordo del volo Egyptair,
dirottato questa mattina. L'uomo è stato rilasciato, ha confermato la
Farnesina. A bordo restano dell'Airbus 320 per ora restano 7 persone.
Secondo il ministro, Sherif Fatih restano sull'aero ancora il
comandante, il copilota, un «ufficiale della sicurezza», una hostess e
«tre passeggeri». Il ministro si è rifiutato di fornire la nazionalità
dei passeggeri a bordo per «motivi di sicurezza».
La Farnesina ha confermato che i familiari di Bianchetti, che comunque
sta bene ed è al sicuro a Larnaca, a Cipro, sono già stati avvertiti.
Resta in carcere Marco Prato, uno dei due giovani accusati del brutale
omicidio di Luca Varani, consumato la mattina del 4 marzo scorso, in un
appartamento del quartiere Collatino.
La decisione è stata presa dal
tribunale del Riesame, che ha respinto l'istanza presentata
dall'avvocato Pasquale Bartolo, che aveva sollecitato per il suo
assistito gli arresti domiciliari. Sulla richiesta avanzata dal
difensore, il pm Francesco Scavo aveva dato parere negativo.
Era partita con 56 marinai dal porto di San Francisco il 25 marzo
1921, destinazione Isole Samoa via Pearl Harbor, ma non è mai arrivata
facendo perdere completamente le proprie tracce, inghiottita per 95 anni
nei misteri del mare. Ora l'Agenzia americana oceanica e atmosferica
(Noaa) ha identificato il Conestoga, il rimorchiatore rimasto sino ad
oggi il più grande enigma della marina Usa.
Il relitto, lungo oltre 50
metri, era già stato ritrovato nel 2009 a 60 metri di profondità da una
nave della Noaa al largo di San Francisco, nel golfo di Farallon, ad una
cinquantina di km da Golden gate bridge.
Ma solo pochi mesi fa gli esperti dell'agenzia hanno accertato tramite
un robot che si tratta di quello del rimorchiatore. La conferma è
arrivata da alcune caratteristiche, come la misura del ponte in legno,
il motore a vapore, le caldaie, un'elica e un solo cannone, come
descritto nei progetti del Conestoga pubblicati nel 1904. Non è stato
rinvenuto alcun resto umano. Gli annali del meteo indicano che quando il
vascello salpò si alzò un forte vento e il mare era agitato con forti
onde. Dopo il mancato arrivo alla data prevista a Pear Harbor, a 2400 km
di distanza, la marina americana lanciò una vasta operazione di
ricerche per mare e per cielo, concentrandosi intorno alle Hawaii.
Le indagini furono riorientate dal ritrovamento due mesi dopo, al largo
del Messico, di un canotto di salvataggio in cattivo stato con la
lettera «C», l'iniziale della Conestoga. La scomparsa, l'ultima in tempi
di pace per la Marina Usa, aveva mobilitato per mesi la stampa
americana, fino alla sospensione delle ricerche nel giugno del 1921. Un
giallo analogo per molti versi a quello del volo MH370 del Boeing 777
della Malaysia Airline. Costruito inizialmente per rimorchiare delle
chiatte che trasportavano carbone per le ferrovie, la Marina
statunitense aveva comprato il Conestoga nel 1917 durante la prima
guerra mondiale per viaggi a lunga percorrenza sulla costa atlantica
americana e quella delle Azzorre.
Terribile incidente stradale alle due di notte ad Ancona. Un'auto con a
bordo quattro ragazzi si è schiantata contro la cuspide di protezione
stradale dello svincolo di Torrette, sulla variante, finendo in
controsenso contro il guardarail.
C'è un morto, sarebbe una ragazza di
25 anni. Altri tre giovani sono gravi. Sul posto 118 e vigili del fuoco.
Va in ospedale per due volte in 48 ore, ma tutte e due le volte i medici
la rimandano a casa dicendole di prendere paracetamolo, Franchesca
Pawson muore a soli 12 anni.
I dottori non sono stati in grado di riconoscere i sintomi di
un'infezione mortale che ha ucciso in breve tempo una bimba di 12 anni.
I
medici non avrebbero fatto tutti gli esami del caso e sottovalutato i
sintomi lamentati dalla piccola, rimandandola a casa con semplici
antidolorifici.
Secondo quanto riporta il Mirror, Franchesca
lamentava un forte dolore alla schiena e una leggera febbre. I dottori
hanno confuso una grave setticemia per un'influenza stagionale e hanno
mandato la bambina a casa per ben 2 volte. Nemmeno quando i genitori
sono tornati in ospedale una seconda volta, allarmati per il
peggioramento della figlia, i medici non hanno voluto fare analisi più
approfondite.
Ora la famiglia ha annunciato una dura battaglia legale per avere giustizia per la loro piccola.
Una forte esplosione, innescata dauna fuga di gas, è avvenuta in un
appartamento di Montoro. Due persone, madre e figlia, che si
trovavano all'interno dell' abitazione, al primo piano, sono
rimaste ferite in modo lieve ma precauzionalmente sono state
ricoverate in ospedale.
L'esplosione è avvenuta in via Roma, nella
frazione Piano, ed ha danneggiato l'intera parete esterna del
palazzo. Gli altri residenti sono stati fatti evacuare in attesa
delle verifiche sulla statica dell' edificio dei Vigili del Fuoco.
É morto Giulio Murolo, autore della ''strage di Secondigliano'' che tre
giorni fa nella cella del carcere di Poggioreale dove era recluso, aveva
tentato il suicidio. Il 49enne napoletano - che il 15 maggio del 2015
sparò all'impazzata dal balcone della sua abitazione in via Miano,
uccidendo, come un cecchino quattro persone tra cui il fratello, la
cognata ed un vigile e ferendone altri sei passanti in strada con una
raffica di proiettili
aveva ingurgitato alcune pillole ed era stato
ricoverato tre giorni fa presso l'ospedale Loreto Mare inizialmente nel
reparto di Medicina e poi successivamente ,con l'aggravarsi delle sue
condizioni cliniche, era stato trasferito nel reparto di Rianimazione,
sempre scortato e piantonato dagli agenti della polizia penitenziaria.
L'uomo che forse aveva tentato di togliersi la vita schiacciato dal
senso di colpa per il drammatico bilancio di sangue messo a segno quasi
un anno fa, è morto in seguito ad una grave crisi cardio-respiratoria
intervenuta questo pomeriggio intorno alle 15.
Tragedia nel pomeriggio nei cieli di Manduria, dove un militare della
Marina, Alessandro Schettini, 31 anni, è morto precipitando da un
elicottero durante un volo di esercitazione. L’incidente è avvenuto poco
fa nei pressi dell’aeroporto militare dismesso.
Il graduato è caduto da un altezza di circa trenta metri ed è morto sul
colpo. Sul posto è intervenuto il personale del 118: ancora poco chiari
particolari dell’incidente su cui sono in corso i rilievi dei
carabinieri di Manduria e Oria.
Il vecchio aeroporto si trova sulla provinciale Manduria-Oria al confine tra le due province di Taranto e Brindisi.
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano,
appresa la notizia del decesso del Sottocapo Alessandro Schettini,
avvenuta oggi durante lo svolgimento di un'attività addestrativa a
Manduria nel Tarantino, ha espresso ai familiari del graduato di truppa e
al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, ammiraglio
Giuseppe De Giorgi, profondo cordoglio e sentimenti di affettuosa
vicinanza a nome suo personale e delle Forze Armate.
Sesso a tre prima dell'omicidio. Marco Prato con i tacchi a spillo
vestito da donna aspetta insieme a Manuel Foffo l'arrivo di Luca Varani
nell'appartamento in via Igino Giordani, al Collatino, come in un film
di Almodovar, in un giallo alla Brian De Palma. Ma non è finzione, è
tutta realtà. Marco cammina sul corpo di Manuel e nel gioco erotico Luca
è la figura centrale. «Ed è proprio dopo il sesso che Manuel avrebbe,
per la prima volta, manifestato l'intenzione di uccidere».
La racconta
così Prato, quella giornata infernale, e il gip che ha convalidato
l'arresto in carcere per tutti e due i giovani, cita nell'ordinanza ampi
stralci di quel verbale. Le versioni dei due sono in netto contrasto
tra loro. Foffo fin dal primo momento ha raccontato che dopo due giorni
passati a imbottirsi di alcol, cocaina e psicofarmaci insieme a Marco,
ha deciso di uccidere qualcuno «per vedere l'effetto che fa». Luca
sarebbe stata la vittima ideale perché non avrebbe avuto la forza di
reagire, lo hanno chiamato al telefono venerdì mattina e gli hanno dato
appuntamento a casa di Foffo.
IL PERICOLO
Il giudice ha raccolto le testimonianze dei due giovani e ha respinto le
richieste di scarcerazione perché «le modalità raccapriccianti della
loro azione omicida - ha scritto - l'efferatezza delle sofferenze
inferte alla vittima prima di ucciderla, sono indice di personalità
disturbate, prive di sentimenti di pietà, e come tali pericolose».
La storia raccontata da Marco, parla di una ricerca forsennata di
qualcuno da sottoporre a violenza. «Durante la notte - dice - siamo
usciti alla ricerca di un prostituto maschio per assecondare la fantasia
erotica di Manuel che voleva simulare uno stupro tra loro». Non
avendolo trovato insieme avevano deciso di chiamare Luca Varani. E lui
lo accoglie vestito da donna, durante i giorni trascorsi insieme indossa
tacchi, parrucche e si lacca le unghie, «solo per assecondare - si
legge nell'ordinanza - una fantasia erotica di Manuel, che rifiutando di
avere rapporti con uomini voleva vederlo vestito da donna».
I due amici si accusano a vicenda, Manuel punta a Marco sostenendo che
«sarebbe stato lui a decidere di versare un farmaco nel bicchiere di
Luca Varani e subito dopo a dire che doveva morire». Anzi, a dire:
«Questo stronzo, deve morire». Al contrario Marco racconta che «l'idea
di uccidere sarebbe stata presa da Foffo, che dopo avere partecipato a
dei giochi erotici a tre, sarebbe come impazzito. Poi dopo che Luca
aveva bevuto e ha iniziato a vomitare, Foffo gli avrebbe chiesto di
aiutarlo a uccidere, perché aveva improvvisamente avvertito una
repulsione e un odio insensato verso Luca».
Diversa è anche la descrizione dell'omicidio. Manuel ricorda di aver
preso lui i due coltelli e il martello utilizzati per uccidere e
seviziare Luca, ma non ricorda i momenti in cui li avrebbe usati. Dice
«di avere inferto una pugnalata al collo e di avere davanti l'immagine
di Marco mentre colpisce Luca». Invece Prato insiste: «Ho cercato di
assecondare la follia omicida, essendone infatuato, obbedendo in modo
passivo alla sua richiesta di strozzarlo». La scena che descrive è
completamente diversa, perché sarebbe stato lui «a cercare di strozzare
con le proprie mani Luca afferrandolo per il collo, ma senza riuscire.
Luca resisteva e sembrava voler combattere, mentre Foffo era in preda a
una furia bestiale. Allora avrebbe iniziato a colpirlo con il martello
in testa».
I COLPI PER UCCIDERE
«Le ferite e i colpi inferti tutti da Foffo - sottolinea il gip - non
erano rivolti a provocare inutili e sadiche sofferenze alla vittima, ma
sarebbero state inferte per uccidere. E l'accanimento di Manuel era
dovuto soltanto alla sua incapacità di assestare colpi mortali». Dopo
l'omicidio Marco decide «di non assecondare il piano di Foffo di
nascondere le tracce, perché non riteneva più giusto continuare a vivere
dopo quello che avevano fatto». I carabinieri lo trovano in albergo
intontito dai barbiturici, e ha anche scritto biglietti di addio. I
carabinieri cercano una ragazza bionda sui 25 anni che venerdì mattina
era in treno con Varani e avrebbe assistito agli scambi di messaggi e
telefonate con i due.